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EDICOLA. Roma, Viktoria con la manita

IL MESSAGGERO (Trani) – La manita alzata all’Olimpico contro il Viktoria Plzen, 5 a 0, è per farsi riconoscere: la Roma c’è, anche in questa Champions, e centra subito la vittoria più ampia della propria storia nella competizione.

A trascinarla è sempre Dzeko, nuova tripletta al portiere Kozacik. La serata non è perfetta, però: a Mosca il Cska supera il Real e si piazza in testa al gruppo G con 4 punti. Il 3° successo casalingo di fila dei giallorossi, dopo le vittorie in campionato contro il Frosinone e la Lazio, conferma comunque che la strada imboccata è quella giusta.

COPIONE CONFERMATO – Di Francesco, anche per dare continuità al nuovo percorso, va giustamente avanti con il 4-2-3-1. Pellegrini rimane alle spalle di Dzeko, come nel derby quando è entrato in corsa per Pastore. E si vede che il ruolo gli piace. È dinamico e quindi sa come comportarsi tra le linee. Viene incontro ai compagni per partecipare alla manovra e si butta negli spazi per aiutare da vicino Dzeko.

A centrocampo, senza l’infortunato De Rossi, Nzonzi accoglie Cristante al suo fianco per la divisione dei compiti e soprattutto per la distribuzione dei palloni. Il tandem è ben assortito: Nzonzi fa più l’interditore, Cristante il palleggiatore. Ma entrambi giocano puliti.

Il tridente è invece inedito: con Under che, sempre vivace e concreto, si riprende il posto a destra, ecco che debutta Kluivert in Champions, piazzandosi alla sinistra di Dzeko.

Florenzi torna a fare il terzino destro e Kolarov resta a sinistra non pensandoci proprio a chiamarsi fuori. In difesa, come previsto, Jesus sul centro sinistra e Manolas in tribuna.

CENTRAVANTI RITROVATO – Il digiuno è finito: tripletta in Europa, 43 giorni dopo l’unico gol in campionato, il 19 agosto a Torino. A Dzeko basta vedere davanti il Viktoria Plzen per ricordarsi il suo ruolo di trascinatore della Roma in Champions.

All’Olimpico lasciò il segno, nella scorsa edizione, nelle 3 gare a eliminazione diretta di questo 2018 contro lo Shakhtar Donetsk, il Barcellona e il Liverpool. E in casa ha subito ripreso il discorso interrotto il 2 maggio contro i Reds aprendo e chiudendo il 1° tempo, gol di sinistro allargandosi su invito di Kolarov e di destro dopo lo stop di petto in area su pennellata di Under. Dzeko non trova alcun ostacolo. Il terzino Reznik se lo perde subito, i centrali difensivi Hejda e Hubnik più volte fino all’intervallo. Under colpisce la traversa tra le 2 reti del centravanti, ma anche i giallorossi, spesso lunghi per i mancati rientri degli esterni offensivi, con Kluivert che fatica a entrare in partita, concedono quale chance ai campioni della Repubblica Ceca.

Il 4-2-3-1 di Vrba è spigliato solo quando supera la metà campo. Kovarik infastidisce Florenzi e si dedica al centravanti Krmencik.

Subito un’occasione, creata in coppia. E con Fazio e Jesus a guardare. Krmencik, 2 gol al Cska Mosca nel 1° turno, spara alto. Reznik, invece, appoggia di testa a lato. Gli sprechi davanti, le gaffe dietro. Non è serata, come il 24 novembre 2016 nella fase a gironi di Europa League, quando Dzeko calò l’altro tris.

Lorenzo Pellegrini, prima dell’intervallo, prova a far segnare Florenzi che si fa ipnotizzare da Kozacik. E, sempre più da rifinitore, detta legge pure nella ripresa. Assist per il 3° gol di Under, lanciato poi per la possibile doppietta. Dalla parata di Kozacik, la prima rete in giallorosso di Kluivert, con dedica all’amico Nouri (in coma fino al 21 agosto). All’esibizione giallorossa partecipano anche Luca Pellegrini, all’esordio nella competizione, Zaniolo e Schick rispettivamente per Kolarov, Lorenzo Pellegrini e Under. In tempo per vedere Dzeko mostrare la maglia del difensore Calafiori (grave infortunio al ginocchio nel pomeriggio con la Primavera) e portarsi a casa il pallone della nuova tripletta (1ª in Champions e 9 gol in carriera al Viktoria): colpo di testa su corner di Florenzi.

 

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